THE STORY:THE NUMBERS ONE




Stevie Wonder




16 Settembre 2008:


La pagina degli artisti e dei gruppi che hanno segnato la MUSICA Soul,il funky,la fusion.(1°capitolo). (da onda rock)


Soul e rhythm and blues, ma anche pop, funk, reggae e jazz.

Una carriera iniziata da enfant prodige e proseguita sempre sotto il segno del successo, senza cedere mai ai colpi della sfortuna.

Stevie Wonder non è solo un mito della black music griffata Motown, ma un'icona della musica popolare tutta. Dopo il folgorante decennio 70, la sua fiamma si è stemperata in un pop-soul senza più mordente, ma è proseguita la pioggia di premi e riconoscimenti...
Cantante, compositore e polistrumentista, Stevie Wonder è uno degli artisti decisivi nella storia della black music. Fondamentale, in particolare, il suo contributo all'evoluzione del soul e del rhythm and blues, grazie alle prolifiche contaminazioni con pop, jazz, funky e reggae. Talento precocissimo, in oltre quarant'anni di carriera si è guadagnato enormi successi commerciali, una pioggia di riconoscimenti (tra cui ben 24 Grammy Awards) e stuoli di emuli d'ogni età e generazione.

Steveland Judkins Morris nasce a Saginaw, nel Michigan, il 13 maggio del 1950. Divenuto cieco nei primi giorni di vita, a causa di un eccesso di ossigeno nell'incubatrice, Stevie dimostra il suo enorme talento musicale sin da ragazzino. Nel 1954, si trasferisce con la famiglia a Detroit, dove inizia a cantare nel coro della chiesa. A soli nove anni sa già suonare piano, armonica e batteria. Non è un caso, dunque, se solo due anni dopo fa il suo esordio in sala di registrazione. Nel 1961, infatti, Ronnie White dei Miracles lo presenta a Berry Gordy, il numero uno della Motown, che gli fa subito firmare un contratto, cambiandogli il nome in "Little Stevie Wonder" e affiancandogli l'autore-produttore Clarence Paul.

Nel 1962 escono i primi due album: A Tribute To Uncle Ray, una raccolta di cover di brani del suo idolo Ray Charles, e The Jazz Soul Of Little Stevie, un assaggio di jazz orchestrale che evidenzia già l'abilità del multistrumentista, alle prese con piano, percussioni e armonica. Le vendite sono scarse, ma Wonder non demorde e un anno dopo pubblica il live The 12 Year Old Genius, che include una versione estesa della strumentale "Fingertips", eseguita con l'armonica. Il singolo balza ai primi posti delle classifiche pop e r'n'b, premiando l'esuberante verve del giovanissimo Stevie.

The 12 Year Old Genius diviene anche l'album Motown più venduto del momento. Dopo aver pubblicato altri singoli, stavolta meno fortunati, Wonder decide di interrompere momentaneamente la sua carriera discografica, per dedicarsi pienamente allo studio classico del pianoforte, presso la Michigan School For The Blind.

Ed eccolo tornare nel 1964, con il nome di Stevie Wonder, e con un hit che vola ai primi posti delle classifiche, "Uptight (Everything's Alright)": pezzo ballabile e arrangiato da fiati orchestrali, che si erge su una ritmica caratterizzata da chitarre ritmiche a mo' di reggae. Ricetta che non mancherà di essere ripresa da tante band pop degli anni Ottanta e non solo (si pensi, ad esempio, alla "The Church Of The Poison Mind" dei Culture Club).

Su sonorità molto simili, ma più vigorose, l'altro singolo di successo, "Nothing's Too Good To My Baby", incluso nell'omonimo album del 1966. Wonder inizia a coltivare anche un interesse per la canzone di protesta, interpretando tra l'altro cover di Bob Dylan, come "Mr. Tambourine Man" e "A Place In The Sun" (su Down To Earth, 1965), e "Blowin' In The Wind" (su Uptight, 1966), ma si tratta comunque di album minori nella sua discografia.

Nel 1967, arriva un altro successo: l'album I Was Made To Love Her scala le chart, trascinato dall'hit omonimo, un numero funky-soul già nel repertorio dei Beach Boys. L'anno successivo è la volta di For Once In My Life, che frutta diversi singoli: oltre al funky melodico e sentimentale della title track, svetta quello blueseggiante di "Shoo-Be-Doo-Be-Doo-Da-Day" e quello disco-dance di "You Met Your Match", del cui sound si troverà tracce, anni più tardi, nei Bee Gees di "Saturday Night Fever" e "Spirits Having Flown".

Altro successo è "I Don't Know Why", deliziosa soul-ballad. Proprio la produzione di ballad inizia ad assumere sempre maggior rilevanza nel suo repertorio, come testimonieranno soprattutto gli anni Settanta e Ottanta. Ne è già un saggio eloquente "My Cherie Amour", singolo registrato nel 1966 e tratto dall'omonimo album pubblicato tre anni dopo: una dolce e sensuale ode sentimentale, in cui si delinea maggiormente il sound caratteristico di Stevie Wonder, quello che avrebbe contraddistinto i capolavori succedutisi negli anni Settanta, grazie all'utilizzo di accordi più suggestivi e raffinati.

"Yester-me, Yester-you, Yesterday", invece, segna un elemento di maggior continuità con il passato, risolvendosi in un lento arrangiato dagli archi, con la voce di Wonder a vibrare ancora di pura energia soul. Nell'album è inclusa anche l'ennesima versione di "Light My Fire" dei Doors.

continua...


Stevie Wonder - For Once in my Life http://www.youtube.com/watch?v=1vxVyaYuGYE

Stevie Wonder - I Was Made To Love Her http://www.youtube.com/watch?v=9pYux5-d1Es


Stevie Wonder - My Cherie Amour http://www.youtube.com/watch?v=KP3aXv_RioE

Stevie Wonder - Fingertips (Live) http://www.youtube.com/watch?v=EIfgwNJkCMI

Stevie Wonder - Uptight/A Place In the Sun (1966) http://www.youtube.com/watch?v=_cx_i2EmBP4

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